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«Così, tra spaccature e tensioni, la Svizzera difese la sua neutralità»

«Così, tra spaccature e tensioni, la Svizzera difese la sua neutralità». Anche la Confederazione uscì trasformata dalla Grande Guerra

Martedì 28 luglio 1914, ore dodici. Un mese dopo il duplice omicidio di Sarajevo il duro ultimatum imposto dall’Austria-Ungheria alla Serbia è scaduto. Insoddisfatto dalla risposta di Belgrado l’impero millenario dichiara guerra al piccolo regno balcanico. Scatta il diabolico meccanismo delle alleanze incrociate. Come in un tragico e inarrestabile gioco del domino le grandi potenze europee mobilitano i loro eserciti e la parola passa ai cannoni. È la prima guerra mondiale. Cinquantatré mesi che cambieranno la storia anche della piccola Svizzera impegnata a difendere con le armi la sua neutralità ma profondamente divisa al suo interno tra ammiratori delle potenze centrali e simpatizzanti dell’Intesa. Ne parliamo con lo storico ticinese Mauro Cerutti, professore emerito di Storia contemporanea all’Università di Ginevra.

Corriere del Ticino
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