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Conferenza internazionale e sito web

La Svizzera accoglie la 12a Conferenza internazionale degli editori di Documenti diplomatici, che si tiene dal 1° al 4 ottobre 2013 a Ginevra. Fondata 25 anni fa, questa organizzazione si riunisce ogni due anni nell'ambito di un simposio internazionale tenutosi in passato, fra gli altri, a Londra, Washington, Canberra e Gerusalemme.  La Conferenza 2013 è organizzata dal gruppo di ricerca dei Documenti diplomatici svizzeri in collaborazione con l'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra (UNOG) e con il supporto del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione (SEFRI). I temi all'ordine del giorno di questa edizione saranno l'edizione di documenti, le banche dati, la pubblicazione elettronica di documenti e la storia delle organizzazioni internazionali.In occasione della conferenza, il gruppo di ricerca dei Documenti diplomatici svizzeri ha creato un sito web (www.diplomatic-documents.org) per offrire ai membri dell'organizzazione come pure al pubblico interessato una visione d'insieme dei diversi progetti d'edizione e presentare gli sviluppi recenti in questo ambito. Il sito fornisce inoltre abbondanti informazioni sulla storia e le attività dell'organizzazione, permettendo fra l'altro ai suoi membri di presentare le loro pubblicazioni recenti. Non da ultimo, viene presentata una selezione di progetti scientifici d'edizione di documenti diplomatici, corredata da informazioni utili, link e contatti.Il sito, che ci si prefigge di aggiornare e arricchire regolarmente,  ambisce a diventare uno strumento di lavoro per chi si occupa scientificamente di edizione di documenti diplomatici.
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Umschlagbild von Band 24 der DDS

La politica estera della Svizzera dal 1967 al 1969 - ecco il nuovo volume!

Dicembre 1967: l’ambasciatore svizzero a Washington, Felix Schnyder, non nasconde una punta di soddisfazione quando comunica a Berna che «l’unica questione che suscita, di tanto in tanto, qualche critica o commento sgradevole, è quella dell’attività delle banche svizzere e del segreto bancario».Il segreto bancario d'attualitàAd esempio, alti funzionari statunitensi esprimono il timore che «ambienti criminali degli Stati Uniti approfittino dei conti cifrati per mettere al sicuro i frutti delle loro attività illegali». In una considerazione che a 45 anni di distanza suona quasi profetica, il diplomatico afferma che «non è da escludere che la questione del segreto bancario divenga, col tempo, un problema politico di primo piano nei rapporti tra i due paesi» (Doc. 58, dodis.ch/33138, originale in tedesco). Al di là delle relazioni con gli Stati Uniti, la piazza finanziaria svizzera gioca un ruolo importante nella politica estera della Confederazione. Mentre nel mondo le banche svizzere sono oggetto di critiche, il servizio d’informazione ad onde corte consacra a questo tema una serie di emissioni intitolata «pleins feux sur les banques suisses» (Doc. 23, dodis.ch/33015).Il periodo movimentato del 1968 L’ultimo volume dell’edizione dei Documenti Diplomatici Svizzeri (DDS) permette di evidenziare come gli effetti della politica estera della Svizzera tra il 1967 ed il 1969 continuino a farsi sentire ancora oggi. Le ricerche effettuate permettono di far luce sulle relazioni estere della Svizzera durante questo periodo movimentato attorno all’anno 1968.Ritmo di pubblicazione acceleratoLa raccolta contiene telegrammi, circolari, lettere e altra corrispondenza scambiata tra le rappresentanze diplomatiche svizzere e la centrale a Berna, nonché verbali delle sedute del Consiglio federale, note e appunti di lavoro degli alti funzionari del Dipartimento politico federale e di altri Dipartimenti, resoconti di riunioni strategiche e altri testi. I quasi 200 documenti del volume sono corredati da un apparato scientifico. Ad essi si aggiungono circa 1’500 documenti consultabili liberamente nella banca dati Dodis. Grazie ad una cadenza di pubblicazione accelerata, i DDS prevedono di terminare la serie che copre il periodo 1945–1989 (volumi 16–31) entro il 2020.Déjà-vu delle questioni migratorie e fiscali Il volume 24 dei Documenti Diplomatici Svizzeri affronta un ricco ventaglio di temi legati alla politica svizzera ed internazionale. Tra gli argomenti ricorrenti, oltre alla fuga dei capitali e al segreto bancario troviamo la questione della politica migratoria. Quest’ultima si articola attorno ai temi dell’integrazione dei lavoratori stranieri e delle loro famiglie, provenienti in prevalenza dall’Italia, delle assicurazioni sociali (Doc. 157, dodis.ch/32303), della scolarizzazione nella lingua d’origine (Doc. 166, dodis.ch/32356) e della xenofobia (Doc. 120, dodis.ch/32837).Relazioni con l'Europa e l'ONUAlla fine degli anni Sessanta, le relazioni con l’Europa sono già oggetto di vivaci discussioni e l’integrazione della Svizzera nella Comunità economica europea (CEE) occupa un ruolo di primo piano nelle priorità della politica estera. In seguito alla domanda di adesione alla CEE inoltrata da altri Stati aderenti all’Associazione europea di libero scambio (Danimarca, Norvegia e soprattutto Gran Bretagna), la Svizzera s’interroga sul futuro di un mercato comune in Europa e su quale sia la «maniera accettabile» di implicarsi nella «regolamentazione comune europea» (Doc. 165, dodis.ch/33034, originale in tedesco). Tra il 1967 e il 1969, la Svizzera accresce il suo impegno nelle strutture internazionali, una tendenza che si riflette nella questione dell’adesione all’ONU (Doc. 4, dodis.ch/33242), alla Banca mondiale e al Fondo monetario internazionale (Doc. 72, dodis.ch/32796). Questo impegno si mostra anche nella conclusione, a Ginevra, dei negoziati del Kennedy-Round sull’Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio (GATT) (Doc. 24, dodis.ch/33255) nonché nella discussione sull’eventuale partecipazione ad una Conferenza europea di sicurezza (Doc. 188, dodis.ch/32405).Avvicinamento al blocco comunistaNell’ambito della distensione tra Est e Ovest, la Svizzera rafforza l’apertura verso il mondo comunista, in particolare impegnandosi per aumentare il commercio con l’Est (Doc. 135, dodis.ch/33630) e avvicinandosi, seppur prudentemente, agli Stati divisi non riconosciuti che sono la Repubblica democratica tedesca (Doc. 149, dodis.ch/32468), la Corea del Nord (Doc. 169, dodis.ch/33133) e il Vietnam del Nord (Doc. 127, dodis.ch/32173). Mediazione nei conflitti internazionali Nel contesto dei grandi conflitti dell’epoca, come la guerra del Vietnam (Doc. 83, dodis.ch/32172), la guerra dei Sei giorni (Doc. 28, dodis.ch/33280) o la guerra del Biafra (Doc.136, dodis.ch/33251), la Svizzera si consacra al suo ruolo tradizionale di mediatrice, d’altronde non sempre con successo. In occasione dell’attentato di Kloten, il Paese diventa esso stesso teatro del conflitto in Medio oriente (Doc. 130, dodis.ch/33710). Alle migliaia di persone in fuga dalla Cecoslovacchia a causa della repressione della «Primavera di Praga» da parte del Patto di Varsavia, la Svizzera offre un’accoglienza generosa (Doc. 108, dodis.ch/33048).Viaggi di StatoMentre in precedenza il Consiglio federale si era attenuto a una stretta riserva per quanto concerne le visite di Stato, tra il 1967 ed il 1969 i Consiglieri federali si recano all’estero in numerose occasioni. Il capo del Dipartimento politico, Willy Spühler, visita non soltanto altri Stati neutrali (Svezia ed Austria, Doc. 21, dodis.ch/33202), ma anche la Francia (Doc. 186, dodis.ch/33247), il Canada (Doc. 38, dodis.ch/32700), gli Stati Uniti (Doc. 41, dodis.ch/33135), come pure Stati del blocco comunista quali la Romania (Doc. 140, dodis.ch/32536) e la Jugoslavia (Doc. 170, dodis.ch/32381), o ancora l’Africa orientale (Doc. 161, dodis.ch/33643). Il capo del Dipartimento dell’economia pubblica, Hans Schaffner, si reca da parte sua in Giappone e a Hong Kong (Doc. 25, dodis.ch/32485) nonché in Argentina (Doc. 160, dodis.ch/33267).Un Consigliere federale al Cremlino Durante questo periodo, un Consigliere federale, nella persona di Rudolf Gnägi, si reca per la prima volta in Unione sovietica, dove assiste nel 1967 all’inaugurazione della rotta Zurigo–Mosca. Nel corso della visita di Stato, è accompagnato da Pierre Micheli, Segretario generale del Dipartimento politico federale. Nel suo rapporto, Micheli appare impressionato: «quando si entra al Cremlino si prova un po’ la stessa sensazione che si prova a Washington: quella di trovarsi al centro di un’immensa macchina politica e amministrativa che oltrepassa le norme abituali; si avvertono le pulsazioni di organi vitali immensi a confronto dei quali la Svizzera è davvero piccola. Tuttavia, né al Cremlino né al Ministero degli affari esteri ho avuto l’impressione che il nostro Paese fosse considerato come quantità trascurabile» (Doc. 44, dodis.ch/32783, originale in francese). A Mosca, perlomeno, il segreto bancario non è d’attualità.
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La politica estera della Svizzera dal 1964 al 1966 - ecco il nuovo volume!

Dicembre 1966. Nel salone di rappresentanza della sua residenza a Mosca, l’ambasciatore di Svizzera, August R. Lindt, si intrattiene con il suo omologo nord coreano. «Oggi ho ricevuto l’ambasciatore Kim Ben Dik – scriverà in un rapporto a Berna – con aria meditativa, guardando attraverso il bicchiere di kirsch che gli ho offerto, ha detto: “Questa bevanda è pura e limpida come la politica svizzera”» (doc. 184, dodis.ch/31369)  «Attitudine ipocrita della Svizzera»Eppure negli anni Sessanta l’immagine della Svizzera nel mondo non è immacolata come sembrerebbe trasparire dal giudizio dell’ambasciatore della Corea del Nord. Nel 1965, in occasione di un programma di formazione per diplomatici di paesi in via di sviluppo tenutosi a Ginevra, un collaboratore del Dipartimento politico federale, oggi DFAE, si lamenta del risentimento crescente verso la politica di neutralità svizzera: «le osservazioni dei partecipanti, in sintesi, costituiscono un insieme di critiche acerbe verso l’attitudine ritenuta ipocrita della Svizzera di fronte ai problemi di politica estera del nostro tempo» (Doc. 104, dodis.ch/31614). Luce sulle relazioni estere Dall’ultimo volume dell’edizione dei Documenti Diplomatici Svizzeri (DDS) emerge, in effetti, che la politica estera della Svizzera tra il 1964 ed il 1966 non è sempre stata del tutto limpida. Le ricerche effettuate permettono di far luce sulle relazioni estere della Svizzera durante questo periodo movimentato e mettono in risalto la complessità della posizione adottata dal Paese in materia di politica estera. Telegrammi, circolari, corrispondenza...La raccolta contiene telegrammi, circolari, lettere e altra corrispondenza scambiata tra le rappresentanze diplomatiche svizzere e la centrale a Berna, nonché verbali di seduta del Consiglio federale, note e appunti di lavoro degli alti funzionari del Dipartimento politico federale e di altri Dipartimenti, resoconti di riunioni strategiche ed altri testi. I quasi 200 documenti del volume sono corredati da un apparato critico. Ad essi si aggiungono ca. 900 documenti consultabili liberamente nella banca dati Dodis. Un ricco ventaglio di temi Il volume 23 dei Documenti Diplomatici Svizzeri affronta un ricco ventaglio di temi legati alla politica svizzera ed internazionale. La critica succitata del giovane diplomatico africano va messa, infatti, in relazione all’attitudine della Svizzera verso i regimi razzisti in Rodesia (Doc. 120, dodis.ch/31085) e in Sudafrica (Doc. 7, dodis.ch/31045, Doc. 84, dodis.ch/31040 et Doc. 156, dodis.ch/31047), contro i quali l’ONU aveva adottato sanzioni economiche ed un embargo sull’esportazione di armi. La Svizzera ha inoltre più di una ragione per preoccuparsi della sua reputazione presso i paesi occidentali. Da Londra, l’ambasciatore di Svizzera riferisce come il paese sia «mal visto in numerosi ambienti»; viene stigmatizzato, in particolare, il ruolo dei banchieri, additati come gli «Gnoms of Zurich» (Dok. 56, dodis.ch/31416). Déjà vu: Politiche migratorie, questioni fiscali... Alcuni dei temi preponderanti della politica estera svizzera tra il 1964 ed il 1966 rimangono a tutt’oggi d’attualità. Già allora, ad esempio, la politica migratoria, in particolare rispetto alla manodopera italiana, era al centro del dibattito sulla «inforestieramento» (Doc. 37, dodis.ch/30798, Doc. 48, dodis.ch/30799, Doc. 53, dodis.ch/30796 e Doc. 54, dodis.ch/30797). D’altra parte, siamo nel 1966, la Germania si lamenta dell’evasione fiscale dei suoi cittadini verso il «paradiso fiscale svizzero» (Doc. 177, dodis.ch/31445). I negoziati con numerosi paesi in vista di un accordo per evitare la doppia imposizione – in  particolare l'Italia, la cui politica interna è giudicata instabile (Doc. 44, dodis.ch/31063), rivestono inoltre un ruolo di primo piano (Doc. 92, dodis.ch/31443). ... e assistenza monetariaInfine, ancora nel 1966, la Svizzera interviene in aiuto di una divisa estera in situazione delicata: l’economia britannica e la lira sterlina attraversano allora una grave crisi, e il Dipartimento federale delle finanze ritiene sia necessario intervenire tramite la concessione di crediti della Banca nazionale «nell’interesse di un sistema monetario occidentale stabile […] e quindi nel nostro stesso interesse» (Doc. 128, dodis.ch/31415).Ruolo crescente delle istanze internazionali I documenti evidenziano pure il ruolo crescente della Svizzera nelle istanze internazionali. Nel 1966 ha luogo l’adesione all’Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio (GATT) (Doc. 129, dodis.ch/31815). Furono anni decisivi anche per l’Associazione europea di libero scambio (AELS). Per la Svizzera, membro fondatore, la questione dell’evoluzione delle relazioni tra l’AELS e la Comunità economica europea (CEE) assume sempre maggiore importanza, e questo tema è all’origine di tensioni in particolare con la Gran Bretagna, che sfociano in scambi di vedute piuttosto accesi (Doc. 65, dodis.ch/31417). La distensione tra Est e Ovest alimenta l’interesse delle cerchie economiche svizzere per i mercati d’Europa orientale, interesse che si concretizza nella tenuta di un’esposizione industriale svizzera a Mosca (Doc. 151, dodis.ch/31032). Guerra del Vietnam e Rivoluzione culturaleNei documenti si ritrova infine l’eco di avvenimenti di risonanza mondiale, come l’inizio della Rivoluzione culturale in Cina (Doc. 167, dodis.ch/30917) o ancora la Guerra del Vietnam (Doc. 161, dodis.ch/30976). In questi contesti conflittuali, talune attività tradizionali della Svizzera quali la rappresentanza di interessi esteri (Doc. 101, dodis.ch/31456 e Doc. 107, dodis.ch/30981), in particolare degli Stati Uniti a Cuba (Doc. 146, dodis.ch/30985), o ancora la presenza delle organizzazioni internazionali a Ginevra (Doc. 50, dodis.ch/31620) continuano a rivestire un ruolo di primo piano in questa fase di transizione per la politica estera svizzera. 
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