Il Trattato di Losanna

Ultima delle grandi conferenze di pace che hanno ridisegnato la mappa politica del mondo dopo la Prima guerra mondiale, la Conferenza di Losanna vide centinaia di diplomatici, giornalisti e attivisti accorrere sulle rive del lago Lemano. A partire dal novembre 1922, per lunghi mesi venne negoziato il futuro del Medio Oriente. Fin dall’inizio, la situazione si presentò incandescente ed infatti la firma del trattato il 24 luglio 1923 non portò la pace sperata. 

Revisione del Trattato di Sèvres 

All’origine, i vincitori della Prima guerra mondiale, durante la Conferenza di pace di Parigi, avevano sperato di gestire le rovine dell’Impero ottomano attraverso il Trattato di Sèvres del 10 agosto 1920. Dalle macerie dell’Impero, Francia e Gran Bretagna si aggiudicarono le parti di loro gradimento, lasciando però intravedere alle popolazioni armene, curde, turche e greche la prospettiva della creazione di un proprio Stato nazionale. Di fronte a questo saccheggio, i gruppi nazionalisti turchi, guidati da Mustafa Kemal Ataturk, rifiutarono il trattato di pace di Sèvres riprendendo la guerra contro il Sultano e la Grecia. A questo punto divenne evidente che la pace sarebbe stata «un progetto di lungo cammino» (dodis.ch/44692). 

Nascita dello Stato turco 

Dopo la sconfitta dell’esercito greco nel 1922, i firmatari del trattato di Sèvres si videro costretti a tornare al tavolo delle negoziazioni. Questa volta, Gran Bretagna, Francia e Italia, accompagnate dal Giappone, firmarono con l’emissario di Ankara un trattato che includeva ora anche la Romania, i regni di Grecia, di Bulgaria e dei Serbi, Croati, e Sloveni. La nuova Turchia di Ataturk ottenne così il suo primo riconoscimento internazionale. 

La scelta di Losanna: tra neutralità... 

Inizialmente, le parti pensavano di incontrarsi a Smirne, ma la Turchia non riuscì a convincere le potenze occidentali. L’idea di una città svizzera – Losanna o Lugano – emerse gradualmente tra le grandi capitali occidentali (dodis.ch/65867). La neutralità della Svizzera giocò a loro favore quale argomento importante, così come la tradizione d’ospitalità per eventi internazionali. Il 27 ottobre 1922, appena due settimane prima dell’inizio della Conferenza, il Consiglio federale fu contattato dall’Ambasciata francese a Berna per ottenre il suo consenso (dodis.ch/66193). I preparativi per la Conferenza a Losanna furono dunque molto affrettati (dodis.ch/65868). 

...e gli interessi finanziari svizzeri 

Per la Svizzera, l’interesse a ospitare la Conferenza non era geopolitico o strategico, ma piuttosto turistico e legato ad interessi privati. La Banca Ferroviaria Orientale di Zurigo, infatti, che aveva investito e finanziato la costruzione di diverse compagnie ferroviarie in Anatolia e Asia Minore, temeva che i propri interessi, con l’attuazione del Trattato di Sèvres, non sarebbero stati correttamente rappresentati e difesi (dodis.ch/C2529). 

Le conseguenze per la Svizzera 

Il 17 novembre 1922, il Consiglio federale decise di delegare al Presidente della Confederazione il discorso d’apertura della Conferenza (dodis.ch/44876). Durante i nove mesi delle trattative, la diplomazia svizzera assunse un profilo molto basso. Pur interessandosi alla questione delle capitolazioni (dodis.ch/44884 e dodis.ch/65537) ed alla possibilità di stringere legami economici con il nuovo regime di Ankara (dodis.ch/65861 e dodis.ch/44936), il coinvolgimento diretto rimase assai modesto. 

Il caso Conradi 

Alla fine, fu un fatto di sangue avvenuto a margine della Conferenza, a fare scalpore in Svizzera e all’estero, il cosiddetto «affare Conradi». Moritz Conradi, figlio di una famiglia grigionese emigrata in Russia, che prima di tornare in Svizzera aveva anche servito nell’Armata Bianca, il 10 maggio 1923, all’Hôtel Cécil di Losanna, uccise con un colpo di pistola il diplomatico sovietico Vatslav Vorovski (dodis.ch/T1481 e e-dossier). Al processo, Conradi venne assolto e ciò ebbe un’eco maggiore della Conferenza stessa. Per la Svizzera, questa sentenza, evidentemente politica, danneggiò definitivamente i già pessimi rapporti con l’URSS. 

La firma al Palazzo di Rumine 

Il trattato fu infine firmato a Losanna al Palais de Rumine il 24 luglio 1923, un mese dopo l’omicidio di Vorovski. Indirettamente, attraverso questo trattato, la Svizzera riconobbe lo Stato turco moderno, così come l’Egitto (dodis.ch/44959), mentre tutte le altre aspirazioni d’indipendenza nazionale ventilate a Sevrès furono accantonate dal nuovo trattato. Ironicamente, in seguito alla completa presa di potere da parte dei kemalisti in Turchia, il Sultano dell’Impero Ottomano cercò rifugio in Svizzera (dodis.ch/44967).

Le fonti iconografiche che illustrano questo articolo sono tratte dalla mostra Frontières del Musée Historique Lausanne (MHL), visitabile da oggi fino all'8 ottobre 2023.