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Svizzera: la tegola dello spionaggio

«Quel che si sospettava all'inizio degli anni '90 era dunque vero. La Svizzera, neutrale e non allineata, ospitava una quasi-agenzia di servizi segreti alleati. È molto probabile che la Crypto AG stesse perseguendo due tipi di attività, alcune irreprensibili e altre ultra-segrete sulle quali la Svizzera ufficiale ha chiuso un occhio, in nome della neutralità sotto la dipendenza della NATO», così i quotidiani romandi 24heures e Tribune de Genève hanno commentato la notizia uscita martedì su quello che è stato definito «lo spionaggio del secolo».La televisione della Svizzera tedesca (SRF) - che ha rivelato la vicenda in collaborazione con la televisione pubblica tedesca (ZDF) e il Washington Post - è entrata in possesso di documenti della CIA e dei servizi segreti tedeschi (BND) che dimostrano come, grazie ad apparecchi crittografici della società Crypto di Zugo, Stati Uniti, Germania e Regno Unito in particolare hanno spiato per decenni (1970 - 2018) oltre un centinaio di Stati. Secondo i documenti i principali funzionari elvetici sapevano, ma non hanno fatto nulla. Lo sapevano anche i diversi membri del Consiglio federale?Si tratta di un duro colpo alla neutralità, alla credibilità e alla sovranità della Svizzera, come affermano diversi quotidiani elvetici, oppure si tratta di “una reliquia della guerra fredda”, come afferma Economiesuisse? L'attuale Consiglio federale ha ufficialmente preso conoscenza della vicenda nel novembre del 2019 ha sospeso la licenza di esportazione alla Crypto International ed ha affidato l'apertura di un'inchiesta all'ex giudice federale Niklaus Oberholzer. Basterà oppure occorre dare il via ad una commissione parlamentare d’inchiesta?  Per dibatterne a Modem intervengono:Gianluca Galgani, giornalista della SRF;Dick Marty, ex procuratore ed ex Consigliere agli Stati;Sascha Zala, storico;Intervista a Peter Müller, giornalista tedesco che per primo ha ottenuto i documenti alla base dell’inchiesta. 

RSI Rete Uno
Modem, 08:20