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Le Ministre d’Italie à Berne, A. Tamaro, au Chef du Département politique, M. Pilet-Golaz1

Poiché ho profonda fiducia ehe Voi, Eeeellenza, sentiate, come me, l’opportunità di ripristinare nel Ticino la necessaria tranquillité delle migliaia d’Italiani ehe danno la loro fatica proletaria alFeconomia del Cantone, e il necessario rispetto verso PItalia e i suoi Capi, mi permetto scriverVi ehe le relazioni ehe mi pervengono dai RR. Uffici Consolari sono invece ancora molto tristi e dense di episodi riprovevoli2. Nessun grave incidente, lo ammetto senz’altro, ma un incessante rinnovarsi di piccoli episodi, sintomatici soprattutto per la loro eccessiva frequenza, un continuo ripetersi

Di parole oltraggiose rivolte al Capo del Governo italiano nei negozi, nelle osterie, nei caffé, nelle strade

Di provocanti ingiurie rivolte ai miei connazionali, costretti troppo spesso a non frequentare i locali pubblici per evitare dispiaceri

Di licenziamenti d’Italiani perché italiani (tipico il licenziamento di un redattore délia «Gazzetta Ticinese»)3

Di parole di odio pubblicamente pronunciate contro PItalia combattente e partigiane per i suoi nemici

Di lettere anonime con contumelie e minacce di morte rivolte a pacifici Italiani perché patriotti

Di gesti poco corretti da parte di sindaci, di consiglieri municipali, di sacerdoti e anche da graduati dell’Esercito sempre verso Italiani.

Non voglio dire ehe la vita di tutti gli Italiani residenti nel Ticino sia divenuta insostenibile, ma posso affermare ehe il loro disagio è profondo, senza loro responsabilité, soltanto perché sono Italiani devoti alla loro Patria. Vorrete cortesemente ammettere, Eccellenza, ehe non è proprio piacevole, e non conforme a quanto ci si deve aspettare dalla Svizzera neutrale, il constatare ehe i prigionieri francesi sono accolti nel Giura, a Neuchâtel e a Bienne con evviva, cioccolatini e fiori, mentre i lavoratori italiani nel Cantone svizzero di lingua italiana sono circondati da un’atmosfera di avversione e apostrofati con parole ingiuriose.

So che l’Autorità Cantonale e la Polizia hanno preso dei provvedimenti: ma questi sono stati e sono insufficienti, perché non hanno portato nessun mutamento nella situazione e la campagna antitaliana continua a infierire. Se punizioni sono state inflitte, corne mi consta, non sono state perô rese note al pubblico, e percio non hanno avuto l’effetto ehe si poteva sperare. La stampa ticinese, forse con una sola eccezione, è tutta, prudentemente si, ma non percio meno veementemente e decisamente antitaliana. E’ giunta a taie ostilità da avviare un’azione contro Pentrata dei giornali italiani nel Ticino.

Ci si dice che si sono dei casi in cui la provoeazione è partita da Italiani. Puö essere, ma si tratta di un caso di responsabilité italiana contro novantanove di responsabilité ticinese, sempre prescindendo dalPamarezza che puö aver ispirato moite prove della loro amieizia alla Confederazione Svizzera e hanno cercato di giovarle come e quanto è stato possibile in momenti difficili, possono quindi aver ben diritto di chiedere che i loro figli, ehe osservano le leggi délia Confederazione e lavorano con onesto stento, sieno rispettati e tranquilli. Specialmente in un Cantone di lingua italiana. So che si tende a far credere esagerati e troppo zelanti i rapporti dei RR. Uffici consolari: ma so anche, al contrario, che i RR. Funzionari consolari, fedeli alla loro missione, cosi difficile nel Ticino, sono consapevoli délia loro responsabilité, pronti a risolvere ogni incidente con reciproca soddisfazione, e desiderosi soltanto, come me, di vedere gli Italiani circondati di riguardo e di pace.

Vi prego, Eccellenza, di credere ai sentimenti di vera amieizia, dai quali unicamente è dettata questa lettera, e di gradire gli atti délia mia più alta considerazione4.

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