Dicembre 1966. Nel salone di rappresentanza della sua residenza a Mosca, l’ambasciatore di Svizzera, August R. Lindt, si intrattiene con il suo omologo nord coreano. «Oggi ho ricevuto l’ambasciatore Kim Ben Dik – scriverà in un rapporto a Berna – con aria meditativa, guardando attraverso il bicchiere di kirsch che gli ho offerto, ha detto: “Questa bevanda è pura e limpida come la politica svizzera”» (doc. 184, dodis.ch/31369)
«Attitudine ipocrita della Svizzera»
Eppure negli anni Sessanta l’immagine della Svizzera nel mondo non è immacolata come sembrerebbe trasparire dal giudizio dell’ambasciatore della Corea del Nord. Nel 1965, in occasione di un programma di formazione per diplomatici di paesi in via di sviluppo tenutosi a Ginevra, un collaboratore del Dipartimento politico federale, oggi DFAE, si lamenta del risentimento crescente verso la politica di neutralità svizzera: «le osservazioni dei partecipanti, in sintesi, costituiscono un insieme di critiche acerbe verso l’attitudine ritenuta ipocrita della Svizzera di fronte ai problemi di politica estera del nostro tempo» (Doc. 104, dodis.ch/31614).
Luce sulle relazioni estere
Dall’ultimo volume dell’edizione dei Documenti Diplomatici Svizzeri (DDS) emerge, in effetti, che la politica estera della Svizzera tra il 1964 ed il 1966 non è sempre stata del tutto limpida. Le ricerche effettuate permettono di far luce sulle relazioni estere della Svizzera durante questo periodo movimentato e mettono in risalto la complessità della posizione adottata dal Paese in materia di politica estera.
Telegrammi, circolari, corrispondenza...
La raccolta contiene telegrammi, circolari, lettere e altra corrispondenza scambiata tra le rappresentanze diplomatiche svizzere e la centrale a Berna, nonché verbali di seduta del Consiglio federale, note e appunti di lavoro degli alti funzionari del Dipartimento politico federale e di altri Dipartimenti, resoconti di riunioni strategiche ed altri testi. I quasi 200 documenti del volume sono corredati da un apparato critico. Ad essi si aggiungono ca. 900 documenti consultabili liberamente nella banca dati Dodis.
Un ricco ventaglio di temi
Il volume 23 dei Documenti Diplomatici Svizzeri affronta un ricco ventaglio di temi legati alla politica svizzera ed internazionale. La critica succitata del giovane diplomatico africano va messa, infatti, in relazione all’attitudine della Svizzera verso i regimi razzisti in Rodesia (Doc. 120, dodis.ch/31085) e in Sudafrica (Doc. 7, dodis.ch/31045, Doc. 84, dodis.ch/31040 et Doc. 156, dodis.ch/31047), contro i quali l’ONU aveva adottato sanzioni economiche ed un embargo sull’esportazione di armi. La Svizzera ha inoltre più di una ragione per preoccuparsi della sua reputazione presso i paesi occidentali. Da Londra, l’ambasciatore di Svizzera riferisce come il paese sia «mal visto in numerosi ambienti»; viene stigmatizzato, in particolare, il ruolo dei banchieri, additati come gli «Gnoms of Zurich» (Dok. 56, dodis.ch/31416).
Déjà vu: Politiche migratorie, questioni fiscali...
Alcuni dei temi preponderanti della politica estera svizzera tra il 1964 ed il 1966 rimangono a tutt’oggi d’attualità. Già allora, ad esempio, la politica migratoria, in particolare rispetto alla manodopera italiana, era al centro del dibattito sulla «inforestieramento» (Doc. 37, dodis.ch/30798, Doc. 48, dodis.ch/30799, Doc. 53, dodis.ch/30796 e Doc. 54, dodis.ch/30797). D’altra parte, siamo nel 1966, la Germania si lamenta dell’evasione fiscale dei suoi cittadini verso il «paradiso fiscale svizzero» (Doc. 177, dodis.ch/31445). I negoziati con numerosi paesi in vista di un accordo per evitare la doppia imposizione – in particolare l'Italia, la cui politica interna è giudicata instabile (Doc. 44, dodis.ch/31063), rivestono inoltre un ruolo di primo piano (Doc. 92, dodis.ch/31443).
... e assistenza monetaria
Infine, ancora nel 1966, la Svizzera interviene in aiuto di una divisa estera in situazione delicata: l’economia britannica e la lira sterlina attraversano allora una grave crisi, e il Dipartimento federale delle finanze ritiene sia necessario intervenire tramite la concessione di crediti della Banca nazionale «nell’interesse di un sistema monetario occidentale stabile […] e quindi nel nostro stesso interesse» (Doc. 128, dodis.ch/31415).
Ruolo crescente delle istanze internazionali
I documenti evidenziano pure il ruolo crescente della Svizzera nelle istanze internazionali. Nel 1966 ha luogo l’adesione all’Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio (GATT) (Doc. 129, dodis.ch/31815). Furono anni decisivi anche per l’Associazione europea di libero scambio (AELS). Per la Svizzera, membro fondatore, la questione dell’evoluzione delle relazioni tra l’AELS e la Comunità economica europea (CEE) assume sempre maggiore importanza, e questo tema è all’origine di tensioni in particolare con la Gran Bretagna, che sfociano in scambi di vedute piuttosto accesi (Doc. 65, dodis.ch/31417). La distensione tra Est e Ovest alimenta l’interesse delle cerchie economiche svizzere per i mercati d’Europa orientale, interesse che si concretizza nella tenuta di un’esposizione industriale svizzera a Mosca (Doc. 151, dodis.ch/31032).
Guerra del Vietnam e Rivoluzione culturale
Nei documenti si ritrova infine l’eco di avvenimenti di risonanza mondiale, come l’inizio della Rivoluzione culturale in Cina (Doc. 167, dodis.ch/30917) o ancora la Guerra del Vietnam (Doc. 161, dodis.ch/30976). In questi contesti conflittuali, talune attività tradizionali della Svizzera quali la rappresentanza di interessi esteri (Doc. 101, dodis.ch/31456 e Doc. 107, dodis.ch/30981), in particolare degli Stati Uniti a Cuba (Doc. 146, dodis.ch/30985), o ancora la presenza delle organizzazioni internazionali a Ginevra (Doc. 50, dodis.ch/31620) continuano a rivestire un ruolo di primo piano in questa fase di transizione per la politica estera svizzera.