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Il passato o il presente delle (nostre) statue?

Tra i temi che hanno suscitato dibattito a livello globale e prese di posizione di ogni genere negli ultimi mesi c’è sicuramente quello del razzismo e delle sue possibili manifestazioni attraverso ogni forma di espressione sociale e culturale. L’ondata di proteste negli Stati Uniti per la morte di George Floyd (un afroamericano morto per soffocamento durante un fermo di polizia) estesasi dagli Stati al resto del mondo attraverso le reti sociali ha portato a una sorte di “epurazione” di simboli del cosiddetto suprematismo bianco che ha investito le più diverse forme di espressione: dai prodotti nei supermercati, al cinema dei decenni passati, alle statue nelle piazze. A farne le spese sono state diverse statue di personaggi storici con atti di vandalismo e distruzioni che hanno coinvolto personaggi storici come Cristoforo Colombo, Winston Churchill e il Mahatma Gandhi. Per avere qualche spunto di riflessione su un’ondata di protesta a tratti distruttiva sono stati interpellati anche gli storici, molti dei quali hanno manifestato perplessità su questa forma di revisionismo iconoclasta. Anche in Svizzera sono emersi casi di personaggi storici celebrati dall’iconologia ufficiale con statue e toponimi di cui si è chiesta la rimozione ben prima della recente ondata di proteste. Di recente lo storico Sacha Zala commentando il fenomeno ha sottolineato che il dibattito non riguarda la storia ma i nostri valori attuali. La domanda che si potrebbe porre a questo punto è: Le statue di personaggi, anche svizzeri, i quali in passato hanno tollerato o addirittura sostenuto posizioni suprematiste e razziste, dovrebbero essere rimosse? Oppure basterebbe mettere modificare le loro iscrizioni, specificando che in vita furono razzisti? Forse mai come questa occasione verrebbe da rispondere “ai posteri l’ardua sentenza”.

Nicola Colotti

RSI
Parliamone, 12:15